Intervista a Ernesto Abaterusso su Nuovo Quotidiano di Puglia
di Alessandra Lupo
Ernesto Abaterusso, segretario regionale di Articolo Uno, la vostra analisi del voto è stata tra le più severe nel centrosinistra, fino a chiedere l’apertura di un cantiere progressista che riveda gli assetti del Pd. Ora che la nuova legislatura è cominciata che cosa accadrà?
«Il risultato delle Politiche era scontato e dovuto al fatto che Letta ha rotto in maniera inconcepibile un’alleanza strategica con i 5s che durava da tre anni. In politica le idee sono belle ma senza numeri non vanno da nessuna parte. Caduto Draghi, il centrodestra è stato in grado di ricompattarsi all’istante. Il centrosinistra, invece, dopo anni di percorso comune ha buttato via tutto consegnando l’Italia alla destra e a noi la sconfitta peggiore della Storia. Fossimo stati alleati dei 5s avremmo vinto in tutti i collegi in Puglia e non solo».
Che si fa adesso?
«Non è semplice, invece di pensare a un percorso che cambi radicalmente quello che è stato fatto sinora, si sente solo parlare di nomi. In un documento abbiamo chiesto un cantiere aperto che ci permetta di reimpossessarci dei principi e dei valori della Sinistra che abbiamo lasciato ad altri, l’agenda sociale oggi è in mano alle destre».
E al M5s?
«La lotta ai privilegi dei potenti, che erano da sempre i valori della sinistra, oggi sono patrimonio di altri. Oggi quei valori dobbiamo riprenderli: i diritti alla Sanità, alla scuola, al lavoro, il Mezzogiorno».
Voi pensate a un soggetto nuovo, alternativo al Pd quindi.
«Noi pensiamo a un soggetto nuovo con il Pd, nel nome, nel simbolo, nel modo di costruirlo. Perché ho l’impressione che ormai la gente quando sente Pd si giri dall’altra parte e i risultati parlano chiaro».
Emiliano quindi ha ancora ragione nel voler allargare le alleanze superando gli schemi del suo partito?
«Nel rapporto con i 5s ha sempre avuto ragione, io sono stato sempre al suo fianco. Fin dai tempi dei famosi “pop corn” di Renzi alla vigila del governo giallo-verde. Emiliano rimase inascoltato anche allora».
Fa bene a voler ridimensionare il Pd in Regione?
«Io non so se fa bene. Ma il centrosinistra ha una unica possibilità di fronte a un probabile fallimento del governo di destra: creare un’alleanza forte con il M5s sia sui temi sia dal punto di vista delle forze parlamentari. Se poi questo articolato percorso dovrà passare anche per un ridimensionamento del Pd in Regione sono affari loro, io non sono iscritto al Pd».
Ma potrebbe…
«Io sono stato un dirigente fondatore del partito e oggi sarei certamente disposto a tornare ma per essere iscritti al partito dovrebbero fare quello che abbiamo prospettato in quel documento: anzitutto non lasciarsi guidare dall’agenda Draghi come ha fatto in campagna elettorale, con esiti disastrosi».
Torniamo in Puglia, si parla di rimpasti ma mai di Articolo Uno in giunta.
«Questa occasione c’era stata due anni fa, io fui proposto come assessore ma com’è noto Emiliano preferì fare altre scelte. Una decisione che si è fatta sentire perché oggi all’interno della Giunta e del Consiglio la voce della sinistra è quasi totalmente assente».
Ci sono Anna Grazia Maraschio e Pier Luigi Lopalco.
«Sl, ma sono eccezioni. Maraschio è una sola e da quando Lopalco non è più assessore, in Sanità un giorno si dice una cosa e un giorno un’altra. Non ml pare che si stia andando a gonfie vele né mi pare che sia stata opportuna la scelta di Rocco Palese in Giunta: è uno che conosco bene ma che con le idee e i valori della sinistra c’entra ben poco e questo si sta vedendo benissimo. Se poi nominarlo serviva a fini elettorali, direi che è andata anche peggio: in campagna elettorale la sua voce è stata completamente assente. La stessa elezione meritata di Claudio Stefanazzi credo che senza la candidatura di Lopalco, che ha portato valore aggiunto e mobilitato i nostri, sarebbe stata assai complicata».