Dopo il tentativo fallito di Bersani nel 2013, ora il discorso è stato ripreso. In realtà, al di là degli errori compiuti nel passato dal PD, i due elettorati erano contigui, perché accomunati dalla volontà di trasformare il Paese combattendo le ingiustizie e le disuguaglianze che hanno deluso tanti.
Era sbagliata, come i fatti hanno dimostrato, la linea di Renzi che accomunava in un giudizio sprezzante il M5S e la Lega. Sia pure in modo a volte confuso, il M5S era animato da una voglia vera di cambiamento, mentre la Lega aveva un lucido disegno di stampo autoritario, xenofobo e antieuropeo.
Non a caso la maggioranza di Governo uscente in un anno e mezzo non si è riprodotta in nessun luogo del Paese, dimostrando così che il “contratto di governo” era in realtà un accordo innaturale.
Adesso, di fronte a un’emergenza politica di una Destra regressiva, che porterebbe questo Paese su un terreno pericolosamente antidemocratico e di isolamento in Europa e nel mondo, l’accordo fra Centrosinistra e M5S appare la strada giusta, possibile e auspicabile.
Occorre anzitutto correggere quello che ha fatto Salvini, col suo instillare veleni e paure nel comune sentire, ma ciò non è sufficiente. Occorre dire qualcosa di nuovo, di serio e di concreto a quel popolo che guardava al Centrosinistra e al M5S e che, deluso, si è rifugiato nell’astensione.
Il Centrosinistra deve mettere in primo piano i temi del lavoro e dell’uguaglianza. Deve dare prospettive concrete di lavoro ai giovani che se ne vanno, per esempio varando un piano straordinario di difesa dell’ambiente e dei presidi culturali del nostro Paese.
E’ necessario abbassare le tasse sul lavoro, recuperando i fondi con una vera politica di contrasto all’evasione fiscale, perché in questo Paese ben l’82% del gettito fiscale grava sulle spalle dei lavoratori e dei pensionati. E’ necessario ridare forza alla contrattazione collettiva nazionale, combattendo il tentativo di “personalizzare” i contratti, che in realtà determina precarietà e abbassamento dei salari.
Molto altro bisognerà fare, ma ho fiducia che questo nuovo Governo – se, come speriamo, vedrà la luce – troverà la strada giusta. Si tratta di una fiducia non “a priori”, ma scaturita dall’esperienza che abbiamo fatto nella complessa fase di nascita della ZES jonica e di quella adriatica. Come Regione Puglia e come Assessorato allo Sviluppo Economico abbiamo avuto modo di apprezzare lo spirito costruttivo con cui la Ministra per il Sud ha promosso e seguito la procedura, anche in momenti in cui il contrasto politico fra Centrosinistra e M5S era forte sia a livello nazionale che a livello locale.
Ciò dimostra che quando alla base ci sono interessi comuni e una comune visione degli obiettivi strategici, si può collaborare con lealtà e spirito costruttivo.