Ieri 22 marzo 2021 è stato proclamato lo sciopero per tutti i lavoratori di Amazon. L’azienda che più, in questo anno di pandemia, ha visto moltiplicare i suoi guadagni ieri è stata ferma: consegne e pacchi sono rimasti fermi. Perché?
Il motivo di questo sciopero è la violazione dei diritti dei dipendenti: tutti i pacchi che ordiniamo e vediamo arrivare nelle nostre case sono frutto di un sistema aziendale che viola i diritti dei lavoratori. I driver, coloro che effettuano le consegne nelle abitazioni dei clienti, arrivano a lavorare 44 ore a settimana, stremati e stanchi oggi chiedono di fermarsi per tutelare il lavoro, la loro dignità e la loro sicurezza. Chi si fa portavoce afferma: “Dalla controparte non abbiamo trovato nessun ascolto né sui carichi di lavoro, né sulla clausola sociale in caso di cambi d’appalto, né tanto meno sulla stabilizzazione dei precari, che sono le nostre richieste principali”. Siamo testimoni, al giorno d’oggi, di incredibili progressi scientifici e tecnologici ma assistiamo, come controparte, ad un aumento di privilegi non più tollerabili e sempre più squilibrati.
Nel 2021 i diritti dei lavoratori vengono ancora calpestati e la classe dirigente osserva passivamente giustificando e proteggendo i colossi che perpetuano tali ingiustizie. Da diverse settimane alcuni esponenti della cosiddetta sinistra progressista e democratica parlano di tornare tra la gente comune per ascoltare i cittadini. Nonostante l’attuale situazione di forte precarietà sociale, la sinistra continua la spasmodica ricerca del politicamente corretto, al fine di evitare di inciampare su un’altra buccia di banana messa lì da una destra più scaltra e più aggregante.
I quotidiani nazionali oggi sono più interessati a costruirsi uno status da rivista scientifica, riportando pedissequamente notizie riferite al Covid e alimentando così fino alla nevrosi cronica le paure; mettono così da parte la critica sociale, la denuncia degli abusi, la valorizzazione delle rivendicazioni. Al contrario, leggiamo lodi nei confronti di Amazon sul sole 24: si parla di imprenditoria femminile, di sostenibilità, di supporto alle MPI.
Tutte promesse o semplici slogan che trovano la pace dei sensi in un gingle in radio o nel bel mezzo di una pausa pubblicitaria. Come Gruppo Giovani di Articolo Uno – Taranto diciamo no a questo sistema che mette da parte i diritti dei lavoratori e i lavoratori stessi! Siamo al fianco dei lavoratori di Amazon e di tutti i lavoratori che ogni giorno si vedono ledere i propri diritti sul posto di lavoro!